L’analisi della situazione barica in area europea vede quella modifica configurativa di cui parlavamo nello scorso editoriale. Facendo un passo indietro infatti l’ultimo periodo è stato contrassegnato da un pattern che ha visto l’anticiclone azzorriano piuttosto sbilanciato in Oceano atlantico, il quale ha favorito delle irruzioni fredde principalmente verso l’Europa occidentale e relativi minimi depressionari in genere compresi in un’area che va dal mediterraneo occidentale fin verso l’Europa centrale.
In tale contesto infatti, oltre ad una maggiore perturbabilità delle condizioni atmosferiche, in tali zone abbiamo avuto sovente anomalie termiche negative, soprattutto sulle zone della Penisola iberica che hanno avuto recenti episodi nevosi anche importanti fino a quote collinari.

Dall’inizio di questa seconda decade di Gennaio invece la situazione generale sta radicalmente mutando con un deciso rialzo di geopotenziali sull’Europa occidentale causato da un ritorno dell’anticiclone sulle proprie zone di maggior competenza, causando quindi una certa traslazione verso levante degli afflussi freddi, modulati da ondulazioni più o meno pronunciate a seconda dell’andamento della corrente a getto polare in area atlantica.

Al contempo il Vortice Polare Troposferico risulterà ancora più disturbato a causa della prossima formazione di un anticiclone polare che dovrebbe suddividerlo in vari lobi a spasso per l’Emisfero boreale, situazione che potrebbe essere in parte ascrivibile al riverbero in troposfera degli effetti del riscaldamento stratosferico di cui parlavamo ad inizio mese, ed in graduale propagazione alle quote inferiori.

Tornando più direttamente ad un discorso europeo, un ramo secondario di uno di questi lobi (quello che interesserà le zone russo-siberiane), farà dei passi verso sud-ovest e quindi anche parte dell’Europa meridionale (segnatamente centro-orientale), con magnitudo e traiettoria che però saranno influenzate anche da quanto accadrà in area atlantica in questi giorni.

Infatti la corrente a getto in uscita da Terranova sull’ovest atlantico andrà a creare una depressione tra Groenlandia ed Islanda, la cui “forma” ed evoluzione potrebbe condizionare l’elevazione dell’anticiclone oceanico; dalla “lotta” fra queste due dinamiche dipenderà probabilmente l’importanza e l’evoluzione di un’ondata di freddo che andrà ad interessarci principalmente nel prossimo week-end.

Subito prima avremo il transito di un primo fronte freddo giovedì sera/venerdì notte causato da un primo impulso che porterà qualche fenomeno nevoso fino a quote collinari, prima di un miglioramento generalizzato associato comunque ad un ulteriore calo termico; un secondo impulso dovrebbe transitare proprio nel week-end con effetti ancora da stabilire per le nostre zone, con molteplici variabili in gioco tra cui l’assetto configurativo atlantico di cui parlavamo poc’anzi.

Qualora la depressione islandese dovesse assumere minor importanza e di conseguenza con una maggiore elevazione anticiclonica sui meridiani occidentali, l’impulso freddo potrebbe essere importante anche con delle precipitazioni associate, seppur in modo sparso ma che, in considerazione del crollo termico indotto dall’irruzione che potrebbe essere definita Artica Continentale, sarebbero nevose fino a quote pianeggianti, quindi anche le nostre zone, nel corso del fine settimana.
Se invece tale depressione dovesse essere vista un po’ più profonda, e di conseguenza con un anticiclone atlantico più restìo ad elevarsi lungo i meridiani, l’irruzione fredda, benchè presente, sarebbe probabilmente secca oltre che più veloce, e con un tempo generalmente buono anche se piuttosto freddo e ventoso.

Per cui vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti che in tali situazioni delicate possono subire delle importanti oscillazioni anche nel range previsionale del breve e medio termine. ■

a cura di Stefano Salamanna