Analisi 

La situazione sinottica a scala nord-emisferica vede un Vortice Polare Troposferico suddiviso in due lobi principali, uno ben disteso su buona parte della zona euro-asiatica, l’altro verso il continente americano, sulle relative zone settentrionali.
In “mezzo” ai due principali protagonisti troviamo un anticiclone polare ben esteso, fin quasi le propaggini settentrionali di un importante anticiclone aleutinico, ben allungato verso i meridiani sull’Oceano Pacifico.

Tale situazione ha recentemente portato un’intensa ondata di freddo sugli Stati Uniti, che notoriamente sono ben esposti al ramo canadese del vortice polare spesso avvezzo a questo tipo di ondulazioni; dall’altra parte dell’emisfero abbiamo vasti settori dell’Europa settentrionale ed orientale, nonché di tutta l’area siberiana dell’Asia del Nord, interessati da un lago gelido il quale poi staziona per più giorni su tali vaste aree continentali.

Questa configurazione a livello globale può essere in parte ascrivibile al riscaldamento stratosferico ed inversione dei venti zonali verificatosi ad inizio gennaio, con la relativa successiva graduale propagazione verso la troposfera; ciò nonostante gli effetti sull’Europa occidentale ed area atlantica sono stati pressoché trascurabili, probabilmente anche per la scarsa velleità dell’anticiclone delle Azzorre a particolari sortite verso i meridiani dell’est Atlantico, a parte moderate e brevi ondulazioni.

La Madden Julian Oscillation, di cui parlavamo nello scorso editoriale, è in graduale transizione dall’attuale fase 6 alla fase 7, nel corso dei prossimi giorni; come già accennato la scorsa volta e come vedremo di seguito, potrebbe essere uno dei fattori che contribuirà ad un probabile raffreddamento piuttosto importante su diverse aree dell’Europa centrale e poi anche meridionale, entro la metà del mese, un po’ come ricalcavano le anomalie associate a tali fasi della convezione tropicale (sempre in riferimento a quanto si diceva nello scorso editoriale).

 Primo step 

Per quanto riguarda la situazione del breve e medio termine, lo scenario configurativo per l’area europea sud-occidentale sarà caratterizzato da una fase oceanica, dopo il promontorio sub-tropicale che ha interessato soprattutto le regioni centro-meridionali italiane conseguenza di un’ondulazione del jet-stream fin verso le isole Canarie.
Tale promontorio sta infatti per essere scalzato da correnti più fresche oceaniche, le quali piloteranno un paio di modeste perturbazioni atlantiche entro metà della prossima settimana, con qualche fenomeno annesso sparso in viaggio per lo Stivale, in un contesto termico che vedrà un rientro dei valori più vicini alle medie del periodo, anche se ancora leggermente superiori.

 Secondo step 

Attorno la metà della prossima settimana andrà a manifestarsi una prima importante modifica sull’assetto configurativo euro-atlantico: la corrente a getto polare fin qui poco propensa ad ondulazioni ed abbastanza lineare tra le due sponde dell’Atlantico, tenderà a “spezzarsi” in due sezioni giovedì 11, in area atlantica.

Quella che assumerà maggiore importanza sarà la componente in uscita dagli States che andrà ad effettuare un’ondulazione abbastanza lunga sull’Atlantico centrale, provocando come conseguenza un’elevazione dell’anticiclone azzorriano verso nord, andando quindi a creare un ponte con il suo collega scandinavo già presente.

In tal modo l’aria gelida delle latitudini settentrionali, con valori al suolo anche inferiori ai -30° su vaste aree siberiane conseguenza della lunga stazionarietà di cui parlavamo all’inizio di questo editoriale, si metterà in moto verso sud sulla parte discendente di tale ponte anticiclonico, andando quindi a guadagnare via via le medie latitudini europee ed infine anche il mediterraneo centrale entro domenica 14.

In tale contesto avremo quindi un consistente raffreddamento su molte zone d’Italia ad iniziare da quelle nord-orientali ed adriatiche, con traiettoria specifica ancora da stabilire in considerazione del periodo previsionale ancora in atto, che può ancora vedere delle variazioni su direzione e magnitudo della colata fredda, la quale tuttavia può considerarsi confermata, in linea generale.

Per quanto riguarda i fenomeni annessi, le regioni maggiormente esposte saranno con molta probabilità quelle adriatiche e meridionali, con quota neve in graduale ma sensibile abbassamento andando verso il fine settimana; maggiori dettagli possono essere indicati chiaramente con l’avvicinarsi dell’evento.

 Terzo step 

Questo step riguarda un po’ ciò che potrebbe accadere dall’inizio della settimana successiva, che ovviamente dipende anche dalle vicende precedenti. Possiamo formulare due principali ipotesi:

1) anticiclone di blocco ancora ben saldo tra Penisola iberica / Regno Unito / parte della Scandinavia con prosecuzione e possibile ulteriore intensificazione dei flussi freddi, con fenomeni nevosi sparsi anche in pianura su medio adriatico e al sud;

2) anticiclone di blocco che perde la radice sul comparto iberico/francese, causando l’interazione delle correnti fredde già presenti con quelle più miti oceaniche. In tal modo potrebbero rientrare nei giochi anche altre zone d’Italia, riguardo eventuali fenomeni nevosi, mentre la quota neve si alzerebbe gradualmente per l’estremo sud, pur persistendo un periodo di temperature generalmente sotto le medie del periodo.

Vi invitiamo ovviamente a seguire gli aggiornamenti previsionali per tale situazione che potrebbe assumere le sembianze di un evento meteo molto importante! ■ 

a cura di Stefano Salamanna